Percepire noi stessi immersi nella natura
Alzarsi presto la mattina, durante una notte d’estate. Fuori è ancora buio ma si vedono le prime luci dell’alba. La macchina fotografica è pronta dentro lo zaino, ma in realtà quella della fotografia è solo una scusa. A volte ho bisogno di un momento per me, dove il silenzio è l’unico compagno di viaggio. La natura è l’unico luogo dove a detta di alcuni, si può trovare un dialogo intenso con la propria anima. Passeggiando in silenzio sull’erba ancora bagnata di rugiada riesco a ritrovare un momento per me. In quell’istante sembra non ci sia nient’altro di cui abbia bisogno. I colori mi rapiscono e la luce del sole che fa capolino tra gli alberi mi emoziona. Pochi scatti, cercando qualcosa di nuovo. La fotografia è ricerca. Cosa sto realmente fotografando? La natura intorno a me o il riflesso del mio spirito? Forse entrambi. La fotografia ad oggi si può considerare un’arte, uno strumento, un mezzo di comunicazione. Per me è tutto questo insieme e altro ancora. A seconda del contesto o del genere che amiamo, mettiamo in quella finestra sul mondo una parte di noi.
Questa profonda e attenta osservazione della realtà conduce ad una più profonda conoscenza di noi stessi. Niente è reale e tutto lo è. Dipende solo fino a che punto siamo disposti a spingerci alla scoperta di noi stessi. Ho notato con il tempo che riuscire a percepire noi stessi è complesso, ma attraverso la fotografia abbiamo uno strumento in più per farlo. Non conta il tempo, ma solo la predisposizione che abbiamo verso questo cambiamento. Sono anni che vado a fotografare sempre lo stesso posto: è un piccolo boschetto di eucaliptus appena fuori città. Ogni volta riesco a stare bene in quel luogo. Sembra quasi di essere a casa. A quel punto mi accorgo che quel posto per quanto cambi è sempre lo stesso, sono solamente io, che sono sempre diverso.