Il tumore al seno è la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile. Si stima che nel 2018, in Italia, abbia colpito 52.800 donne. 1 donna su 8 nell’arco della vita si ammala di tumore al seno. In queste immagini sono ritratte 12 donne, 12 storie, 12 sguardi. La fotografia permette in qualche modo di fermare il tempo: testimone del dolore, della sofferenza, della possibilità di non farcela o di un futuro reale, di una vita intera, di un amore lungo una vita o solo quello di uno sguardo. Un frammento di vita bloccato nella finestra di un fotogramma si connette con tutti gli altri. A quel punto un “io” diventa un “noi”, un noi diventa tutti e infine di nuovo uno. Spostando il velo di paure, insicurezze, vergogna, delusione, tristezza e timidezza, ogni donna stringe con forza il proprio presente frutto del cambiamento. In questa apparente semplicità, tutte le barriere vengono squarciate per farsi strada nella verità, per diventare simbolo di una rinascita interiore, emotiva, concreta e consapevole. Ogni immagine è un simbolo che contiene luce e ombra. L’oscurità del nostro tempo diventa uno strumento che accoglie il cambiamento da cui, con volontà, nascono germogli di luce. Una fotografia può diventare uno specchio in cui rifletto in silenzio. Allora ci sono. Esserci significa riconquistarsi ogni giorno; una riconquista del mio essere donna, madre, padre, amante, amica, lavoratrice instancabile, osservatrice attenta del mondo, sorella, nonna, fratello, compagno di viaggio, uno sconosciuto che forse non incontrerò più. E’ qui che nasce una bellezza collaterale che tocca ognuno di noi, che ci accarezza dolcemente e arriva forte e decisa nelle nostre viscere. Grazie a loro, grazie al loro mettersi a nudo per farsi portavoce di un messaggio di forza, di amore per la vita, per il prossimo e per chi non c’è più. Non vi è giudizio in questo lavoro, ma una condivisione intima per riuscire ad accettare le nostre ombre trasformandole attraverso l’amore, attraverso la verità. Al fine di non guardare il presente attraverso un velo che sembra proteggerci, ma di aggredirlo, romperlo, aprendo una finestra verso l’altro, nella quale mostrarci veri. E’ come sbirciare in punta dei piedi per scorgere altre vite che nel tempo diventano la nostra. Liberi da condizionamenti meritiamo di ascoltarci, insegnarci, accogliendo l’altro come se accogliessimo noi stessi. Testimoni coscienti delle mille sfumature che la vita può offrirci, lasciamoci avvicinare, guardandoci l’un l’altro e facciamo della nostra parte più nascosta una messaggera di resilienza e libertà. Infine scoprirci meravigliosi nella nostra unicità personale e collettiva. Guardiamoci.